#25
Adattati per uccidere
A bordo di un jet dello S.H.I.E.L.D.,
sopra i cieli della Gran Bretagna, ora.
Avevano messo da parte tutti i dissapori; adesso contava solo la missione per i Watcher.
<I pazzoidi che ci sono dietro il rapimento si fanno chiamare l’Impero Segreto. Sono un gruppo sovversivo che ha l’intento di rovesciare l’ordine mondiale. Quelli che ho strapazzato hanno cantato come canarini, e mi hanno rivelato l’ubicazione della loro base; è situata nel nord della Scozia, tra le isole Ebridi.> rivelò USAgent ai suoi compagni di squadra, che erano tutti a bordo dell’aereo, anche quelli che potevano volare, eccezion fatta per la Dinamo, il cui elmetto gli permetteva di poter conversare anche da fuori (e inoltre, era già a conoscenza delle informazioni divulgate).
<A che scopo hanno rapito i capi di stato? Estorsione? Liberazione di ostaggi? Cosa?> chiese Titano
<Non lo sapevano, sono solo dei pesci piccoli. Hanno detto di non avere accesso a tutte le informazioni, avevano solo l’ordine di provocare il caos e rapirli, punto. Lo scopriremo una volta arrivati.>
<Di quanta potenza di fuoco dispongono? Cosa dobbiamo aspettarci?> gli domandò invece Key
<La base è perlopiù un laboratorio, quindi avrà delle difese, ma poca roba penso. Ve l’ho detto, questi dell’Impero non sono dei duri come quelli dell’Hydra; sono per lo più delle teste d’uovo con manie di grandezza.>
<Non sottovalutiamoli invece. Non sappiamo cosa ci attende. Teniamo gli occhi aperti, una volta a terra.> aggiunse la Dinamo Cremisi.
<Come mai non abbiamo una squadra S.H.I.E.L.D. in
appoggio?> chiese Marianne.
<Non c’era tempo per formarne una. Inoltre hanno pensato che avremmo dato troppo nell’occhio.> rispose il tedesco.
<Hai. Non sappiamo come potrebbero reagire, alla vista di un’intera flotta.>
<Continuo a pensare che sarebbero dovuti venire anche loro.>
<Ok, zitti tutti. Ci siamo quasi!> disse con la consueta aggressività USAgent.
All’interno della base sotterranea dell’Impero Segreto, nello stesso istante.
<Signore, un jet si sta avvicinando velocemente alla nostra posizione. Sospettiamo si tratti di loro.>
<Io non nessun sospetto invece. Ne sono certo.> rispose il numero I <Quanti campioni abbiamo prelevato?>
<Solo quattro signore. USAgent, le due donne e l’italiano.>
<Basteranno. Mandateglieli contro.> ordinò.
<Si signore.>
All’esterno.
Il jet atterrò in una pianura deserta, non molto distante dalla costa.
<Beh? E dov’è sta base? È un edificio invisibile?>
chiese polemicamente Titano.
<No, testa di legno. La base è sottoterra. Dev’esserci un dispositivo nei paraggi. Northstar, voglio che...> non terminò la frase che si sentì il forte rumore di ingranaggi provenire da Ovest: lì, in mezzo al niente la terra si stava aprendo a metà e una piattaforma si stava sollevando. Sopra di essa vi erano quattro individui, tre uomini e una donna, completamente vestiti con un’anonima uniforme nera, priva di ogni disegno o logo. Si alzarono in volo, proiettando in aria una scia di fuoco che i Watcher riconobbero immediatamente, specialmente una di loro:
<Hanno i miei stessi poteri!> esclamò Pira Ardente <Fate attenzione!> quando i quattro assalitori cominciarono a lanciare sfere di plasma incandescente.
Titano e USAgent si pararono davanti, proteggendo, rispettivamente grazie all’invulnerabilità il primo ed al suo scudo il secondo i propri compagni da quell’ondata di fiamme. Capitan Bretagna senza esitazione volò nella loro direzione e colpì uno di essi con un pugno, ma questo non ebbe alcun effetto sul suo avversario, che approfittò di un suo momento di esitazione per piazzargli una mano in faccia.
<Soggetto: Capitan Bretagna. -Abilità acquisite: volo, superforza,
resistenza Condivisione adattamento> Dopo aver detto così, i suoi occhi
cominciarono a lampeggiare di un’insolita luce azzurra, cosa condivisa dai suoi
alleati. Key capì immediatamente di cosa si trattava; afferrò il polso a Northstar e si mise ad urlargli:
<Via da qui Jean Paul, svelto!>
<Ma cos...>
<VAI VIA DI QUI!> gridò ancora più forte.
Il canadese prese il compagno e si diresse a supervelocità verso Nord,
lontano da lì.
<Ci stai prendendo gusto nel darmi ordini? Che ti è preso?>
<Non devi farti toccarti da loro. Quelli sono Adattoidi.
Se acquisiscono la tua velocità, mista alla forza di Bretagna e
all’invulnerabilità di Conti renderebbe quei mostri dei veri e propri... supermen. Non avremmo scampo contro di loro?>
<Adattoidi. Merd... > imprecò Jean Paul <Cosa facciamo, adesso?>
<Adesso per te viene la parte più difficile, Mein Freud: aspettate.> gli rispose Key, mentre sganciava dalla
fibbia della sua cintura quella che pareva essere una mini-scatola degli
attrezzi.
<Qu'est-ce que tu fais?>
La piattaforma iniziò ad abbassarsi; Usagent lanciò il suo scudo bloccandone l’ingresso.
<Abbiamo uno spiraglio per penetrare nella base nemica. Copritemi,
io vado!>
<Ti seguo!> disse Marianne
I loro compagni passarono all’attacco, iniziando una lotta che permise
all’americano e alla francese di raggiungere il loro obiettivo, entrando dallo
stesso varco da cui erano usciti i quattro adattoidi.
<DEGLI INTRUSI SONO RIUSCITI AD ENTRARE!>
<Mantenete la calma. > rispose il loro leader <Non è il caso
di allarmarsi. Mandategli contro una squadra, e non perdeteli di vista nemmeno
per un istante.> ordinò loro indicando la schermata delle telecamere.
Intanto mentre percorreva il corridoio Usagent
si aspettava il “comitato di benvenuto”
<Sta dietro di me> disse a Marianne
<So difendermi da me, Agent, non necessito della tua protezione!> rispose
stizzita lei.
<Lo dico solo perchè il mio scudo è più
resistente del tuo, sciocca! Possibile che trasformi ogni mia frase in una
discussione?>
<E’ il tuo modo di fare che...> venne interrotta dall’arrivo
della squadra d’assalto decisa a fermarli. Aprirono il fuoco e i loro
proiettili andarono ad infrangersi contro lo scudo di USAgent,
mentre Marianne ebbe l’occasione di mettere alla prova la sua nuova arma; dalla
punta del fioretto partirono diverse scariche laser che misero K.O. alcuni
degli assalitori, mentre US.Agent si abbatteva sul
resto di loro come una furia: non avevano nessuna chance, nessuno di loro
possedeva l’addestramento necessario per opporsi al supersoldato
o quantomeno a resistergli: in men che non si dica, i due Watcher avevano avuto
la meglio.
<Avevi ragione, sono scarsi.> disse lei
<Esattamente. Ma non abbassiamo la guardia, potrebbero avere
qualche asso nella manica.> rispose l’americano mentre continuavano ad
avanzare. Il numero I li osservava dal monitor.
<Ancora qualche passo... ADESSO!>
Alle spalle e di fronte ai due supereroi si chiusero due porte
d’acciaio, mentre dalle pareti spuntarono dei tentacoli robotici, in tutto e
per tutto simili a quelli appartenenti al Dottor Octopus.
<Attenzione!> gridò Agent, spingendo da parte la francese; i
tentacoli si strinsero attorno a lui, immobilizzandolo.
<Resisti, la mia spada dovrebbe essere in grado di liberati> ma
non fece in tempo a fare un tentativo che dal soffitto venne spruzzato del gas
soporifero: i due eroi non fecero in tempo a trattenere il fiato che ne
inalarono dosi massicce che i pochi minuti li spedirono tra le braccia di
Morfeo.
<Fate attenzione, potrebbero fingere> disse uno di loro,
protetto da una maschera antigas.
<No, sono davvero svenuti. Datemi una mano a sollevare questo, è
pesante> e un compagno andò in suo aiuto, trascinando USAgent
per le braccia, mentre la ben più leggera Marianne venne caricata su di una
spalla.
All’esterno
della base.
Rimasti soli, gli altri Watcher affrontavano in mortali sfide uno contro uno i quattro adattoidi:
Capitan Bretagna era impegnato ad evitare di venir incenerito dal suo avversario, che imitava alla perfezione i poteri di Pira Ardente e si proteggeva dai pugni dell’inglese grazie all’invulnerabilità acquisita da Titano – risorsa per altro condivisa dagli altri tre. Viceversa, la Dinamo Cremisi veniva brutalmente percossa da colpi che avevano la stessa potenza di quelli del Capitano, mentre la già citata invulnerabilità permetteva al nemico di resistere ai raggi repulsori del campione russo. Caratteristica questa che invece mancava a Leyu Yoshida, che fuggiva dalle raffiche laser sparate dal suo aggressore. A terra intanto Titano era occupato in uno scontro corpo a corpo con l’ultima esemplare, che utilizzava le tecniche di combattimento di Marianne e USAgent, unite alla formidabile forza di Bretagna. Tenendo fede ai loro nomi, i quattro androidi si erano perfettamente adattati ai rispettivi avversari, mettendoli alle corde.
<Adattoidi. Magnifico. Qualcuno sa come hanno fatto a impossessarsi dei vostri poteri?> chiese Cap.
<Hai, lo so
io. All’albergo, durante i disordini devono aver preso in qualche modo dei nostri campioni genetici... non so,
capelli, gocce di sangue...> rispose la nipponica.
<Ci sta. In quel macello è successo di tutto, ce n’erano a bizzeffe di nostri resti .>
<Concordo, e la conferma di ciò è
che non possedevano la tua forza prima di toccarti... o la velocità di Northstar.>
<A
proposito, ma la checca e il crauto dove si sono cacciati?> disse Angelo
Conti prima di venire colpito da un calcio al volto.
<E’ stata
una mossa brillante... se cominciassero a svolazzare a supervelocità saremmo
perduti.> osservò Bretagna.
<Spero che
abbiamo un piano per aiutarci> gridò Pira Ardente <Non so quanto ancora
resisterò... non posso schivarlo in eterno>.
A molte miglia da lì.
Quando hai la capacità di muoverti a velocità supersonica, restare seduti in attesa è una tortura: un pò come quando sei in coda alla posta o in banca e devi correre al gabinetto.
<Ci muoviamo?> chiese nervosamente
<Un attimo di pazienza Jean Paul... queste operazioni richiedono meticolosa attenzione> rispose Key
<Ancora non mi hai detto che stai combinando...>
<E’ solo un’idea, ma se i miei calcoli sono giusti, potrebbe aiutarci a sconfiggere quegli androidi.>
<Sempre che non sia troppo tardi... quanto tempo hai intenzione di starci su quella roba?>
<Oh sta zitto! Sono passati solo pochi minuti... mio dio, è proprio vero quello che dicono di te... sei snervante!> Northstar non replicò ma si limitò a sbuffare, impaziente.
All’interno
della base.
U.S.Agent si riprese nel giro di poco tempo; non appena riaprì gli occhi vide Marianne, ancora priva di sensi, immobilizzata sopra una sedia e tutti i capi di stato stesi sopra dei tavoli di metallo, simili a quelli degli obitori. Tentò di muoversi, ma sentì di avere le braccia bloccate fino ai gomiti e le caviglie legate ad una sedia.
<Complimenti, U.S.Agent. Le tue capacità di recupero sono sorprendenti. Oh è inutile che cerchi di liberati... quelle sono manette speciali per metaumani, come quelle che usano alla Volta; hanno immobilizzato gente ben più forte di te.> a parlare naturalmente era il numero I, che aveva il consueto cappuccio nero sotto il quale indossava l’inconfondibile uniforme dell’esercito degli Stati Uniti.
<Tu chi diavolo sei? E perchè indossi quell’uniforme? Toglitela immediatamente, la stai disonorando! > disse Agent attraverso i denti.
<Non la sto affatto disonorando, ragazzo mio, al contrario... sto lavorando per portare il nostro paese, anzi l’umanità intera verso vette di prosperità che nemmeno ti immagini...>
<Sei pazzo!>
<Tu credi? Non giudicarmi troppo severamente, ascolta quello che ho da dire, potrebbe interessarti. Vedi i grandi problemi del mondo... fame, guerre, povertà... non sono altro che dovute al fatto che le risorse del pianeta non bastano per tutti. Siamo semplicemente in troppi, tutti qui. Non è altro che semplice economia... quando le entrate sono inferiori alle spese, devi tagliare quest’ultime. Quando noi dell’Impero Segreto realizzeremo quanto auspicato, ci sarà sovrabbondanza per noi, e per sempre! E può esserci posto anche per te Usagent... potremmo darti una poltrona al Pentagono, per esempio. Dacci il tuo sostegno, appoggiaci... e non te ne pentirai.>
<Te lo ripeto: sei completamento pazzo. Fuori come un balcone.>
Sotto il cappuccio il viso di numero I si distorse in una smorfia di rabbia.
<Mi dispiace sentirti parlare in questo modo... avevo intenzione di evitarti il fato che attende i tuoi amici politici... lo sai cos’è questo?> e mostrò all’eroe un piccolo disco di metallo. Usagent lo riconobbe immediatamente, grazie alla sua conoscenza dell’archivio dei Vendicatori.
<Tu... non oserai...>
<Vedo che hai già afferrato di che si tratta. E’ una
copia del disco per il controllo mentale di Basil Sandhurst,
meglio noto come il Controllore. Come avrai sicuramente dedotto, abbiamo
intenzione di piantarlo chirurgicamente nella corteccia dei capi di governo
degli otto principali paesi industrializzati del mondo. Sotto il nostro
controllo plasmeremo il mondo a seconda dei nostri sogni, daremo vita ad
un’utopia. E ci farà comodo avere due
famosi supereroi internazionali al nostro servizio...> e così dicendo
schioccò le dita facendo entrare nella stanza due chirurghi che si dirigevano
verso l’inerme Marianne.
<NON PROVARE A TOCCARLA! LASCIALA STARE!> gridò inutilmente USAgent.
Lontano da lì.
<Ho finito!> esclamò Key.
<Eureka!> disse sarcasticamente Northstar
<Ora mi riveli l’arcano? Su cosa stavi lavorando>
<Su questa. La riconosci?> la riconobbe.
<La bomba della follia! E cosa ci hai fatto?>
<L’ho modificata. Vedi, secondo quanto ho visto questi adattoidi sono in parte organici, dunque possiamo supporre
che possiedano, almeno in parte, un cervello da mandare in corto. Tutto quello che devi fare è innescarla
quando ti sono addosso... non ti preoccupare, non avranno alcun effetto su di
te. Ma fa attenzione, ho dovuto ridurre di molto il raggio d’azione, per cui
attivala solo quando ti sono vicini.> il mutante prese il congegno in mano,
poi in volo assieme al suo compagno giunse nei pressi della battaglia. Lo
spettacolo a cui assistevano sembrava partorito della fantasia di un
appassionato di fantascienza: sei uomini volanti che si lanciavano raggi laser
e sfere di fuoco, mentre a terra un uomo e una donna indistruttibili se le
davano di santa ragione.
<E se ti sbagliassi?>
<Tanto peggio di così non può andare no? Buona fortuna, Jean
Paul.>
<Copriti le orecchie.> e un “bang” sonico tuonò nell’aria. Northstar sfrecciò in mezzo alla Dinamo e al suo
avversario. Alla vista del canadese i quattro adattoidi
lo attaccarono dai quattro lati.
<Northstar no!> gridò Bretagna ma
non appena fu circondato il velocista seguì le direttive del suo collega e
attivò la bomba della follia: il tedesco aveva visto giusto, infatti i quattro
vennero presi da attacchi epilettici, sempre più forti, fino a quando non
subirono una specie di implosione. Precipitarono a terra come frutta
matura dagli alberi.
<Bella mossa, Jean Paul.> disse Pira Ardente, sfinita.
<Che cosa
gli hai fatto?>
<Je
ne sais pas. Chiedete a Geyr.>
<Ho semplicemente
modificato la bomba della follia, la stessa che hanno usato contro di noi a
Londra.>
<E tu l’hai
riutilizzata contro di loro. Fregati dai loro stessi marchingegni. Uno a zero
per noi!> disse entusiasta Titano.
<Non
abbiamo tempo di riposarci, dobbiamo aiutare gli altri.> esclamò Capitan
Bretagna mentre spiccava il volo in
direzione della piattaforma in cui sparirono i due colleghi.
<SIGNORE, HANNO SCONFITTO GLI ADATTOIDI E STANNO PENETRANDO
NELLA BASE!> urlò un membro della setta.
<Mantenete l’ordine! Chiudete tutte le porte ed eseguite la
procedura; sapete cosa fare in caso di invasione!> ordinò loro numero I.
<Ti è andata male, idiota... ormai è finita per voi.
Arrenditi.> gli disse Agent
<Mi costringi ad essere banale, USAgent,
e a farti il discorso sul perdere una battaglia e non la guerra. Ci rivedremo
ancora, amico mio...>
<Io non sono tuo amico, e la prossima volta che m’incontrerai
ti pentirai di non avermi ucciso oggi...>
Il numero I non rispose e sparì lungo il corridoio.
Le difese della loro base non potevano contenere la potenza della
squadra speciale WolrdWatch: le pareti d’acciaio
caddero sotto la forza dei colpi di Cap e della Dinamo, mentre i tentacoli
robotici (che Titano attirò su di se) vennero fusi senza problemi da Pira Ardente.
Northstar disperse il gas girando su se stesso a
supervelocità. Una volta dentro li
accolse uno spettacolo inaspettato:
tutti i membri dell’Impero Segreto erano distesi a terra, morti.
<Madonna Santa! Non
ditemi che USAgent e Marianne hanno...>
<No Angelo, non sono stati loro. Guarda sotto i cappucci: hanno
ingerito capsule di veleno. Questi psicopatici hanno preferito suicidarsi anzichè farsi catturare.>
<Le domande teniamole per dopo, adesso troviamoli!> disse Leyu con autorità, e tutti i suoi compagni si misero a
setacciare la base. Ovviamente, fu il velocissimo Northstar
a trovarli per primo.
<Li ho trovati, sono qui!> li chiamò e non appena gli altri
giunsero liberarono Agent e Marianne e tutti i capi di stato.
<State tutti bene?> chiese Bretagna all’americano.
<Si, stiamo bene... siete arrivati in tempo.> USAgent raccontò di loro quanto aveva scoperto.
<Ha
dell’incredibile. Un piano ben orchestrato. Chiunque siano questi dell’Impero
Segreto, hanno delle risorse incredibili. >
<Quel tale con l’uniforme da generale... non l’abbiamo trovato.
Dev’essere fuggito poco prima che arrivassimo> dichiarò l’italiano
<Abbiamo trovato un condotto, crediamo che portasse ad una specie di
sottomarino. Ormai avrà preso il largo. Hai qualcosa in quell’armatura con cui
poterlo rintracciare?>
<Negativo.
E’ passato troppo tempo e non so che direzione abbia preso. >
<Sophie-san? Stai
bene?>
<O-oui..
ma tete me fait mal... mi
fa male la testa. Cos’è successo? >
<Ti spiegheremo tutto dopo, Marianne. Ora contattiamo lo
S.H.I.E.L.D. e riportiamo i nostri politici a casa.> le disse Key.
Epilogo
A: Direttrice della Sezione Superumani
Martha Kaufmann
DA: Sottosegretario Generale Marcus
Davidson
OGGETTO: Squadra speciale G8
Direttrice
Kaufmann,
Come avrà
sentito un potenziale disastro si è trasformato in un successo. Non solo la
squadra speciale G8 ha riportato sani e salvi gli otto capi di stato e il Segretario
Generale, ma ha anche recuperato preziose informazioni sul famigerato gruppo
terroristico che risponde al nome di “Impero
Segreto”. Al momento dell’arrivo della Squadra Speciale, i terroristi della
base si sono suicidati ingerendo del cianuro, sfuggendo così alla prigione, ma
quelli catturati a Londra hanno deciso di collaborare con le autorità in cambio
di una riduzione di pena e quello che ci diranno si rivelerà molto utile per
sgominare l’intera organizzazione. Tuttavia ci sono anche alcune grane da
risolvere; come avevo previsto i membri della squadra sono insofferenti gli uni
agli altri, in particolare verso i membri Titano (i cui commenti sessisti e omofomi meriterebbero un richiamo) e USAgent.
Ho sbagliato a proporlo come caposquadra. Credevo che vista la sua vasta
esperienza con i Vendicatori fosse il candidato ideale, ma non è così; i
compagni non accettano la sua leadership a causa della sua personalità
prepotente. Tuttavia, nel rapporto steso ai propri superiori, ogni membro della
squadra si è espresso in maniera lusinghiera verso i rispettivi compagni,
elargendo elogi per il comportamento adottato
durante gli avvenimenti in Scozia. Quindi ribadisco che, nonostante le loro
proteste e gli incidenti di Londra, l’iniziativa “WorldWatch per il G8” si sia rivelata un successo, e di riconvocarla per il
prossimo raduno.
Infine,
suggerisco alcune di questi elementi per la squadra WorldWatch
ufficiale.
Cordialmente,
Marcus Davidson
LE NOTE
Iniziamo dal titolo: quella della volta
scorsa era preso da una famosa canzone dei Sex
Pistols, mentre questo è un adattamento (eh è
proprio il caso di dirlo ! ^_^) di un film con Steven Seagal
(“Programmato per uccidere”).
Gli adattoidi
dall’aspetto umani introdotti da me in questo numero non sono una mia invenzione,
ma di Brian Michael Bendis, che l’ha inventato in New
Avengers Annual #1, in cui prima del matrimonio
fra Luke Cage e Jessica Jones i Vendicatori venivano attaccati da questa nuova
versione di Adattoide, che in quella storia era
Yelena Belova.
Che cosa bolla in
pentola adesso per WolrdWatch? Beh altri cambiamenti
all’orizzonte (stavolta definitivi però): pare che la testata più “maledetta”
di Marvel It abbia finalmente trovato la propria
dimensione. Chi sarà a salutarci e chi prenderà il loro posto? Restate sintonizzati per scoprirlo...
Carmelo Mobilia